Joseph Martin Kraus (1756−1792)

La Pesca, cantata by Metastasio set to music by Kraus

VB 44

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1. Aria: Gia la notte s'avvicina
2. Recitative: Lascia una volta
3. Aria: Non più fra sassi algosi

  • Year of composition: Probably Stockholm 1778-1779 (according to van Boer)
  • Work category: Voice and orchestra
  • Text author: Metastasio (Pietro Antonio Domenico Trapassi, 3 January 1698 – 12 April 1782)
  • Duration: 12 min
  • Detailed duration: Phoenix 101: mov. 1: 5'20'', mov. 2: 2:27'', mov. 3: 4'10''

Instrumentation

2.0.0.0 / 2.0.0.0 / 0 / str

Solo voices/choir

Solo voice: 1 soprano

  • Location autograph: Uppsala Universitetsbibliotek

Literature

Åstrand, Hans: Joseph Martin Kraus - den mest betydande gustavianska musikpersonligheten, 2011, p. 76, 184.

van Boer Jr, Bertil H: Die Werke von Joseph Martin Kraus. Systematisch-thematisches Werkverzeichnis, the Royal Swedish Academy of Music series no. 56, Stockholm (1988); an updated edition in English with a partly revised VB-numbering was published in 1998 by Pendragon Press under the title 'Joseph Martin Kraus: Kraus. A Systematic-Thematic Catalogue of His Musical Works and Source Study' (the numbering of this work is however unchanged, but the dating has been revised).

Description of work

1. Aria: Gia la notte s'avvicina A major alla breve
2. Recitative: Lascia una volta 4/4 (C)
3. Aria: Non più fra sassi algosi E major alla breve


Libretto/text

1. Già la notte s'avvicina
Già la notte s'avvicina:
vieni, o Nice, amato bene,
della placida marina
le fresch'aure a respirar.
Non sa dir che sia diletto
chi non posa in queste arene
or che un lento zefiretto
dolcemente increspa il mar.

2. Lascia una volta
Lascia una volta, o Nice,
lascia le tue capanne. Unico albergo
non è già del piacere
la selvaggia dimora;
hanno quest'onde i lor diletti ancora.
Qui, se spiega la notte il fosco velo,
nel mare emulo al cielo
più lucide, più belle
moltiplicar le stelle,
e per l'onda vedrai gelida e bruna
rompere i raggi e scintillar la luna.
Il giorno al suon d'una ritorta conca,
che nulla cede alle incerate avene,
se non vuoi le mie pene,
di Teti e Galatea, di Glauce e Dori
ti canterò gli amori.
Tu dal mar scorgerai sul vicin prato
pascer le molli erbette
e le tue care agnellette,
non offese dal sol fra ramo e ramo:
e con la canna e l'amo
i pesci intanto insidiar potrai;
e sarà la mia Nice
pastorella in un punto e pescatrice.

3. Non più fra' sassi
Non più fra' sassi algosi
staranno i pesci ascosi;
tutti per l'onda amara,
tutti verranno a gara
fra' lacci del mio ben
E l'umidette figlie
de' tremuli cristalli
di pallide conchiglie,
di lucidi coralli
le colmeranno il sen.